Juve, la rivoluzione che non c’è stata è colpa di tutti

Da sinistra Sarri, Agnelli, Paratici e, seminascosto, Nedved. Getty Images

I successi del presente si nutrono ancora del passato e della tradizione. Se un giocatore era adatto ai metodi di Allegri, non poteva esserlo anche a quelli radicalmente diversi di Sarri

Quando, un anno fa, Maurizio Sarri sbarcò sul pianeta Juve, tornarono in mente le parole di Ennio Flaiano che descriveva l’arrivo di un marziano a Roma. «La gioia, la curiosità è mista in tutti ad una speranza che poteva sembrare assurda ieri e che di ora in ora si va facendo più viva. La speranza ‘che tutto cambierà'».

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